Ho camminato in Piemonte questo week end, percorrendo un tratto minuscolo della Via Francigena. Nel 990 l’arcivescovo di Canterbury Sigerico passò di lì, andando dal Papa a Roma. Il prelato annotò tutte le tappe del suo percorso a piedi, facendoci capire a distanza di un millennio da dove passasse il fascio di vie di comunicazione chiamato poi via Francigena.
Sigerico impiegò 79 giorni a percorrere tutti i 1.600 chilometri del tragitto. La percorrenza media di viaggio fu quindi di 20 km circa al giorno. Io ne ho fatti si e no 7, camminando un’ ora e mezza di buon passo.
Mi guardavo intorno, cercando di immaginare il paesaggio 1000 anni prima, senza capannoni industriali e villette dai giardini fioriti. Rimangono fontanili, che probabilmente erano già in attività all’epoca. I campi di grano maturo aspettavano solo di essere falciati e trebbiati.
Ma niente papaveri in mezzo al grano…e ancora meno i fiordalisi! Tra papaveri e fiordalisi ho sempre preferito i fiordalisi e mi spiace che siano spariti a causa dei diserbanti selettivi, mi dice Vania Massignai.
Le spighe hanno lo stelo corto, per sopportare meglio il peso dei tanti chicchi e per resistere meglio al vento e ai temporali. Il grano moderno è stato “ottimizzato” per avere raccolti sicuri. Il grano quasi senza glutine, varietà Senatore Cappelli era alto ed elegante, ma le spighe non erano così ricche di chicchi.
Mi intrigano i fiori e un laghetto di un giardino privato. Ninfeee in Piemonte, sul confine con la Valle d’Aosta. Un cespuglio di Iperico in fiore è uno spettacolo. Il giallo inteso del fiore di Iperico è in contrasto con le proprietà calmanti e rilassanti della pianta:
l’iperico fa dormire bene e regala sogni felici. Il giallo è il colore dell’allarme, e unito al nero a strisce richiama l’attenzione per segnalare qualcosa di anomalo o pericoloso.
Camminando incontro un ragazzo con lo zaino, ai piedi ha delle serie scarpe da trekking. E’ tedesco, avrà 20 anni e sta seguendo la Via Francigena verso sud.