Mi stupisco della facilità con cui mi lascio catturare dalle cose buone da mangiare. Come diceva Oscar Wilde, posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni. Come resistere all’invito di Guido e Alida all’ACM per assaggiare i piatti della tradizione piemontese spruzzati di tartufo bianco d’Alba? Ravioli al plin con sottili fettine di tubero ipogeo: una storia di sapori e di tradizione da esportare in territorio monegasco.
Ieri poi sono stato a Badalucco, nell’entroterra ligure, a respirare il profumo dell’olio nuovo. Ho un amico, Franco Roi, che ha un frantoio e produce un olio di olive taggiasche sublime.
Quest’anno ho deciso di regalare solo cose buone ad amici e parenti. Quindi olio e verdure sott’olio, e…caviale!
Perchè ad una degustazione da Franco Tibs, finita a ballare per strada sulle note di un violino, ho scoperto una bella storia di imprenditori italiani che avevano le vasche per le trote, e siccome non rendevano molto hanno deciso 10 anni fa di passare all’allevamento dello storione. Adesso cominciano a raccogliere i primi frutti: nella pianura padana, in provincia di Cremona, a Pandino, producono un caviale eccellente.
Tino Fontana, un mio amico che se ne intende, conferma che è di ottimo livello e a prezzo conveniente. E la cosa buffa è che la produzione va in Russia! Come saprete è in vigore un embargo per i prodotti italiani, la ritorsione di Putin contro le sanzioni a causa dell’Ukraìna. Bhe, in Russia non fanno entrare il Parmigiano Reggiano ma non hanno previsto il caviale italiano! E’ fuori lista-embargo! E così già da quest’anno il caviale padano va sul mercato russo e il prossimo anno ne avranno per 8 tonnellate da esportare. Altro che trote, il futuro è storione.