Stamattina sono stato in una piccola baia sperduta di Rodi, l’isola greca a poca distanza dalle coste della Turchia. Naturalmente ero in viaggio con la fantasia: mi trovavo a un paio di km in linea d’aria da casa. Ma quell’angolino tra il Golf Bleu e il Tennis di Montecarlo è stato il primo posto che mi ha incantato quando sono arrivato qui sulla Costa Azzurra anni fa. Non so neanche come si chiami quella spiaggetta di ciotoli protetta da un roccione. Lì c’era il cabanon di Jeannau, un ristorantino alla buona.E’ stato smantellato anni fa, ma l’impressione di essere su una piaggetta di Rodi mi è rimasta.
Sognavo di andare lì a scrivere il mio romanzo, seduto sul roccione guardando il mare e prendendone ispirazione per scrivere cose belle e profonde, che sarebbero piaciute ai lettori e li avrebbero aiutati a vivere meglio, come succede a me quando leggo cose ben scritte.
Ho presentato il mare alle mie nuove scarpe fosforescenti da corsa, perchè si facessero un ‘idea di dove mi dovranno portare periodicamente nei prossimi mesi, prima di decomporsi come le precedenti. Quelle sono riuscito a bucarle sulla punta, tanto ho camminato in giro per i sentieri della costa e su, oltre il castello.
La colonna sonora che ho scelto per la camminata di stamattina era 100% Acid Jazz, compilation della label Acid Jazz di Eddie Piller uscita nel 1995. Terribilmente attuale, pensavo, alla luce del successo di Uptown funk di Mark Ronson. C’erano brani come Too young to die di Jamiroquai, Lost in music di Stereo MC’s, e la mia canzone di sempre, There’s nothin like this di Omar.
Ma è sulle note di Prince of peace di Galliano che mi sono commosso. Camminavo sotto il sole e ho sentito un brivido lungo la schiena, un fantasma del passato, un piacere inaspettato, e la consapevolezza di aver vissuto una grande epoca della musica, un momento di creatività eccelsa e irripetibile.
Intanto un elicottero volteggiava sulla mia testa. “Mi stanno cercando” ho pensato. Ma per i miei reati non si scomoda un elicottero. Era un elicottero al lavoro: si abbassava sul parcheggio della stazione di Roquebrune, dove al suo cavo di una trentina di metri veniva agganciato del materiale da costruzione. E ripartiva verso una di quelle villette a mezzacosta sopra la ferrovia dove non arriva nessuna strada ma solo una scalinata.
Peccato perchè sono abitazioni in una posizione invidiabile, spesso con dei giardini meravigliosi, pieni di alberi. Ma sono inacessibili se non con fatica, e questo le rende invendibili. Ripararle e rimetterle in sesto costa carissimo se si usa l’elicottero anche solo per un servizio di 15 minuti. Ed è la seconda volta che lo vedo in azione.
Il Mediterraneo mi ha avvolto con i suoi colori anche oggi. E mi ha fatto viaggiare lontano. Un altro giorno speso bene.