Ho ripreso una buona abitudine estiva: alzarmi al levar del sole e mettermi in cammino. Il mio metabolismo, devastato da due stagioni in radio con Si Salvi Chi Può dalle 5 alle 7 del mattino, mi fa ancora svegliare alle prime luci dell’alba. Metto in moto la macchina del caffè americano mentre infilo pantaloncini e maglietta e mi allaccio le Asics. Riempio il mio walkin’ thermos, mi sistemo nelle orecchie le Plantronics Bluetooth e scelgo la colonna sonora del viaggio. Oggi Monte Carlo Nights Nouveau Beat – Volume 2 – Private Party. Si comincia con La Maison dei Gabin. Niente nuvole, il caffè nel thermos fa cic e ciac, in rada davanti alla spiaggia Buse c’è uno yacht bianco. L’equipaggio è già all’opera, sta togliendo l’umidità notturna sulle parti dove potrebbe cadere l’occhio dell’armatore. Lo yacht si chiama Volpini, e mi immagino subito l’ironia di due soci, classici Furbetti del Quartierino, che hanno fatto un sacco di soldi con la bolla immobiliare e che hanno immatricolato la barca alla Cayman con un nome che celebrasse la loro furbizia: Volpini.
Il fiato mi si fa grosso, il sudore comincia a inumidirmi la maglia firmata, comprata ad una svendita nell’outlet di Mondovì. Il sangue ben ossigenato affluisce al cervello e invece che a voli pindarici relativi al nome di imbarcazioni ìstigo la mia parte pensante ad analizzare una frase. Me lo sono dato come metodo quotidiano: riflettere su una frase celebre, per imparare ogni giorno da chi può insegnare. La frase di oggi è di Gibran, Khalil Gibran, saggezza mediorientale unita al pragmatismo americano: “la vita non è questione di come sopravvivere ad una tempesta ma di come danzare sotto la pioggia”.
Le grandi, tragiche prove della vita, malattie, incidenti, lutti, amori infranti, sono tempeste. Si possono superare, si cerca di sopravvivere. Ma non illuderti che, tornato il sereno, rimanga il sole per sempre. Anzi, è molto più probabile che piova a lungo, quindi facci il callo e cerca di adattarti e di essere felice anche se bagnato.
Il dubbio è su come fare a danzare felici e fradici: bisogna farsi piacere anche la pioggia, o piuttosto fare come se non ci fosse? Per essere felici e vivere bene occorre adattarsi stravolgendo i canoni (“mi piacciono le giornate di pioggia più di quelle soleggiate, ci vedo il lato positivo e in fondo non sono così malaccio”) oppure occorre non dare peso al disagio (“faccio come se non piovesse, tanto poi mi asciugherò appena torna il sole”)?
Cammina e cammina, il sole si fa alto. In Nouveau Beat vol2 sono ai Mystic Diversion con Float On. E cammino sulla spiaggia. Il mare è calmo e l’acqua è trasparente ed invitante. Sugli scogli c’è un cormorano nero. Deve essere quello che l’anno scorso mi ha messo paura.
Mentre stavo esplorando il fondale dove c’è la fonte di acqua dolce me lo sono visto passare sotto. I cormorani si tuffano, raggiungono il fondo e pinnando velocemente sguscianoi tra gli scogli rimanendo incollati sul fondo per sorprendere i pesci da sotto.
Puntano la preda e riemergendo la catturano.
Mi ha fatto prendere un colpo quell’ombra nera che mi è arrivata da dietro velocissima. Ho capito che era un cormorano solo quando ha puntato verso la superficie 20 metri più in là.
Ormai ho nelle orecchie i Gotan Project di Round About Midnigh. E’ tempo di rientrare. I gradini sul tunnel ferroviario mi pesano di meno. E l’odore tipico della via ferrata si mischia a quello delle capre e pecore nel boschetto recintato della Villa del Mare. Li hanno messi come tosaerba naturali. Ottima idea, ecologica e sostenibile. Ma decidendo sulla carta non si fanno mai i conti con gli odori.
Con Moments in love di Anne Dudley, riemergo sull’asfalto. Le moto e le auto corrono veloci verso Monaco, verso il lavoro. Il sole è già alto, il mio viaggio dell’alba si conclude.
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