Questo è Giuseppe Ardissone, il mio bisnonno materno, un uomo mite e gentile. Nel dicembre 1944 i fascisti del paese avevano ricevuto una lettera anonima siglata A.E.G. e quindi, con un lampo di genio investigativo, intimarono a tutti gli abitanti con quelle iniziali di presentarsi al comando. Ardissone Giuseppe lo fece vestito da lavoro, con gli zoccoli ai piedi e una mantellina militare, residuato di una guerra precedente. Lo spedirono a Castellamonte su un carro trainato da cavalli e da lì a Cuorgnè dove fu processato e rimesso in libertà. Fece il viaggio di ritorno sul tetto di una corriera, a 72 anni in pieno inverno. Non ho storie familiari di Resistenza da raccontare. Ho aspettato che passasse il 25 aprile per evitare la retorica e raccontare un piccolo episodio di sopruso da parte di un regime ottuso.