Mister Gadget, al secolo l’amico e collega Luca Viscardi, nel suo blog segnala questo caso che sta crescendo nel web e che sarà una gatta da pelare per la Apple. Allora: in giro per il mondo, sugli iPhone che sono stati riparati in Centri di Assistenza non ufficiali, sta comparendo il messaggio ERROR 53. E a quel punto il telefonino è morto, diventa un soprammobile. Succede anche su telefonini riparati tempo fa e che vengono aggiornati con iOS9. Error 53 e lo smartphone è morto. Va bene far decadere la garanzia ma rendere il telefonino inutilizzabile siamo sicuri che sia legale? Probabilmente si! Anche perchè ci sono delle buone ragioni per inertizzare un iPhone.
I fan del melafonino dicono che se succede, il motivo è la sicurezza.
Va bene, ma ritrovarsi senza mobile device così di botto non è piacevole e non è giusto. Magari bloccare qualche funzione, però almeno poter telefonare sempre e comunque. Perchè, ve lo ricordo, il problema è sugli iPhone che sono stati riparati in laboratori NON ufficiali, magari per avere indietro lo smartphone più in fretta o per risparmiare sui pezzi di ricambio.
Perchè salta fuori ERROR 53? error 53 compare dove è stato riparato o toccato il tasto HOME, che in alcuni modelli contiene il Touch ID, cioè la tecnologia sulla quale sta investendo Apple per i pagamenti via telefono. Adesso non scendiamo nel dettaglio, ma se l’aggiornamento scopre che i pezzi non sono originali e quindi il telefonino potrebbe essere stato manomesso, blocca tutto! E per sempre! Lo buttate via quell’iPhone!
E’ sempre la solita storia…”E’ per la vostra sicurezza”….e intanto si è costretti a passare da loro per qualsiasi cosa e a caro prezzo. Si chiama fidelizzazione…un po’ forzata ma è fidelizzazione. Se non vi piace, cambiate! E’ il potere del consumatore, l’unica vera democrazia rimasta!
Un’auto prodotta in INDIA stava per essere lanciata con il nome Zica, con la C, ma ci stanno ripensando perchè potrebbe essere negativo per le vendite un nome così da virus. Avete sentito del virus ZIKA che viene trasmesso attraverso la puntura di una zanzara in particolare. Stiamo parlando di un virus presente in sud-america ma ormai in un mondo globale come il nostro, con tutti i viaggi che si fanno, un virus non può essere localizzato in una sola parte del pianeta.
In effetti c’è stato un caso di trasmissione per via sessuale in Texas, un uomo che ha avuto rapporti con una persona in arrivo dal Venezuela. Ma che cosa fa di brutto il virus Zika? Non causa la morte, non crea condizioni cliniche gravi. Provoca, in un caso su cinque, febbre, dolori muscolari e articolari, congiuntivite, arrossamenti della pelle e spossatezza. I sintomi compaiono da 3 a 12 giorni dalla puntura della zanzara. Ma c’è il forte sospetto che, se ad essere infettata è una donna incinta, possa causare la microcefalia nel bambino.
Quindi se siete incinte ragazze, evitate i viaggi in sud America, Venezuela soprattutto…ma solo se siete incinte.
In questo caso però l’allarmismo è positivo! Perchè solo così si può avere l’attenzione mondiale e solo così scattano le ricerche necessarie per trovare le soluzioni, vaccini o medicine che siano. Come è stato per l’Ebola: era qualcosa di mostruoso che andava avanti da decenni ma senza un’emergenza sanitaria mondiale non si sarebbe arrivati a creare le cure necessarie. Diciamo che non erano convenienti.
Niente paura per i viaggi ai Caraibi.
C’è un po’ di preoccupazione da parte di Tour Operators per le reazioni del pubblico che potrebbe disertare le destinazioni sud e centro americane. Meglio parlare piuttosto che tacere del virus Zika, che comunque è immensamente meno pericoloso della Dengue e della Febbre Gialla, contro le quali è meglio essere vaccinati se si viaggia in zone a rischio.
Ma le zone turistiche sono sempre bonificate dalle zanzare, tranquilli!
Perchè si chiama così?
Perchè Zika è il nome di una foresta dell’Uganda dove il microrganismo è stato scoperto per caso nel 1947, ma allora infettava soltanto le scimmie. Poi la zanzara che lo trasmette (del genere «Aedes») ha cominciato a pungere anche gli umani e quindi a diffondere l’infezione. In Brasile il virus ZIKA pensano sia arrivato con il Mondiale di Calcio del 2014, portato dai calciatori delle squadre africane. Adesso c’è un po’ di preoccupazione per i grandi eventi come il Carnevale di Rio e le Olimpiadi. Per quello è meglio fare allarmismo adesso e trovare soluzioni al virus, visto che si può combattere a livello mondiale.
Se il problema ci tocca tutti, troveremo insieme una soluzione. Vero o no?
Dovremo sempre più abituarci a convivere con le feste di altre culture. I cinesi, che a Milano sono 25.000, vanno a votare alle primarie per il Sindaco e diventeranno una fetta sempre più importante dell’elettorato perché molti ragazzi e ragazze sono sì di origine cinese ma sono cittadini italiani, nati qui. Hanno gli occhi a mandorla e parlano italiano. Ma ragionano come i loro genitori, o secondo i valori occidentali comuni ai loro coetanei?
Pensate a uno degli uomini più ricchi e famosi del mondo: Mark Zuckerberg, che è a capo di un colosso come Facebook che vale centinaia di miliardi di dollari. Sua moglie Priscilla è di origine cinese. Hanno avuto da poco una bambina e l’hanno chiamata Max e hanno aspettato questa Festa di Primavera, il capodanno lunare, per scegliere il nome cinese della bimba che sarà: Chen Mingyu.
Chen deriva della famiglia materna, Mingyu rappresenta la speranza per un domani brillante per il mondo. E gli auguri in video la famiglia Zuckerberg li ha fatti in mandarino! La piccola Chen Mingyu sarà l’erede di un impero mediatico che non sappiamo ancora fin dove si spingerà! Vi rendete conto dell’importanza che potranno avere la cultura e le tradizioni cinesi in futuro nel mondo?
Sono DiMaggiosempreinviaggio e ho visto una bella fetta del nostro Pianeta. Ma quante cose ancora mi restano da visitare! Ho fatto una piccola lista fotografica dei miei desideri.
Per esempio vorrei vedere il punto dove finisce la Grande Muraglia. Dopo migliaia di km si tuffa nel mare vicino a Shanhaiguan.
Vorrei vivere la magia di un inverno in Siberia, ma solo per poco, neh!
Vorrei vedere dall’alto i giochi di colori che offre il fiume Uruguay e i suoi affluenti
Vorrei percorrere la strada che attraversa la Death Valley, che continua dritta per 200 Km. Ho sentito dire che le assicurazioni delle auto a noleggio non vi coprono in quel tratto! Se decidete di affrontarla lo fate a vostro rischio e pericolo.
Vorrei andare in barca sull’acqua trasparente del lago Melissani, in Grecia
E non vorrei mai vedere immagini come questa, che sembra un plastico ma che purtroppo è una foto reale di alluvioni monsoniche in Malesia
Vorrei attraversare bracci di mare ghiacciati su lunghi ponti in Scandinavia
Vorrei vedere posti e incontrare gente e assaggiare i loro piatti e bere quello che bevono loro. E’ questo che intendo per conoscere il Mondo.
E’ quello che veramente mi piace.
Sono andato al cinema per vedere “Quo vado”, come ho fatto per “Sole a catinelle”. Il primo film “Cado dalle nubi” lo avevo visto in anteprima al Festival de la Commédie di Monte Carlo. Luca Medici era arrivato in radio un po’ agitato e avevo notato subito una grossa pustola sul lobo del suo orecchio sinistro. Durante l’intervista in Anteprima News, le cuffie avevano sfruculiato il bubbone che aveva cominciato a sanguinare, macchiando la sua camicia bianca.
Per salvare la situazione, un’assistente era partita alla ricerca di un negozio che vendesse camicie e noi gli avevamo procurato una T-shirt di RMC per cambiarsi. Quella sera alla presentazione, e al trionfo che ne seguì, Checco Zalone indossava sempre la maglietta. Erano anni che non andavo fisicamente al cinema, e non voglio essere di parte nell’esprimere un parere su “Quo vado”. Mi ha fatto star bene per un’ora e mezza. Sono uscito dal cinema di buon umore. Per 7 euro non potevo desiderare di meglio.
Tra i buoni propositi per l’Anno Nuovo c’è sempre fare più sport. Ma non tutti possono applicarsi ad attività sportive agonistiche. Una buona alternativa è la camminata con bastoncini, un’attività adatta a tutti, aerobica, quindi senza sforzi ma che coinvolge l’85% della muscolatura e quindi costituisce un buon allenamento per mantenersi in forma. Da provare nel 2016!
Immagino la vita come un viaggio per mare: ci sono giornate di mare liscio come l’olio e altre in cui ti infili in una tempesta che non puoi evitare. Si passano capi, si costeggiano isole. Capodanno per me è Capo D’Anno, da doppiare per proseguire la navigazione della Vita lungo la costa, sperando in acque tranquille e in venti favorevoli. Con un po’ di fortuna e conoscendo sempre di più il mare, il viaggio andrà bene.
Con il mare di fronte, seduti ad una tavola decorata con gusto, le Feste di fine anno hanno un sapore diverso. E lo chef executive del Fairmont Monte Carlo Philippe Joannès ha aggiunto tutto il suo savoir faire per creare un menu di Natale originale, basato su materie prime preziose, che ha saputo soddisfare i palati più raffinati. Creme deliziose con vaniglia oppure tartufo, accompagnavano astice, royale di fois gras e sogliola. La pasticceria meritava un capitolo a parte per i dessert favolosi ai frutti esotici e la bouche de Noel firmata Fairmont, ogni anno nuova e sorprendente.
Ho provato per voi l’intero menu, un duro lavoro ma qualcuno doveva pur farlo…