Giornate Europee del patrimonio

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Il prossimo week end 23 e 24 settembre ricoreranno le Giornate Europee del patrimonio. Sono state istituite nel 1992 con una convenzione dell’Unione Europea.

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Il prossimo fine settimana si potranno visitare dei luoghi che solitamente non sono accessibili al pubblico. Il tema dell’edizione 2017 sarà Cultura e Natura, argomento molto green.

Chateau des Terrasses

Chateau des Terrasses

Venerdì sono andato a visitare una villa qui vicino, a Cap D’Ail, che è soprannominata la Bella Addormentata perchè è una villa Belle Epoque chiusa da tempo. I giardini però sono aperti al pubblico, l’indirizzo è Av. Gen DeGaulle 1, vicino all’ufficio postale. Dalla strada non avrei mai immaginato un luogo così….fiabesco!

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Lo Chateau des Terrasses era la villa di un banchiere inglese, quattro piani che dominano il mare dalle parti della spiaggia della Malà. Costruita nel 1885, la villa per molti inverni è stata abitata dal fratello dello Zar Nikola, Alessandro, che veniva a svernare con una parte dei Romanoff.

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Quindi vi lascio immaginare che splendore di arredi, che tavole imbandite! E poi arrivavano ospiti illustri a far visita ai Romanoff: la Regina Victoria, la regina d’Inghilterra che passava l’inverno a Mentone. E poi il Principe Alberto I di Monaco, il principe esploratore, che raccontava dei suoi viaggi di ricerca scientifica con la nave Hirondelle, nello Svalbard, le ultime terre prima del Polo Nord.

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La villa le Chateau des Terrasses è aperta in questi giorni, con i saloni del primo piano arredati con molto gusto da due interior designer italiani, Paolo e Tullia Canciani. Sarà visibile tutta, fino ai piani superiori che sono vuoti, solo sabato 23 per le giornate europee del patrimonio, a Cap d’Ail.

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Meet the hairmaster Rossano Ferretti

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Una notte all’Hotel Angst

l'Hotel Angst in una riproduzione della Belle Epoque

l’Hotel Angst in una riproduzione della Belle Epoque

Voglio raccontarvi la storia di un hotel fantasma. Ci sono passato davanti tante volte scendendo dalla Via Romana a Bordighera.
E mi sono sempre chiesto che storia ci fosse dietro un edificio così sontuoso eppure lasciato all’abbandono.

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Si chiamava Hotel Angst, dal nome del proprietario Adolf Angst, un imprenditore svizzero. Angst in tedesco significa Paura. Il palazzo venne costruito in piena Belle Epoque, alla fine dell’800, aveva dei bellissimi giardini intorno, era un po’ in alto sulla collina.

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L’Angst divenne ben presto il più lussuoso albergo della città con 180 stanze, salone per i ricevimenti, sala da concerti, sartoria e salone di bellezza per signore. E c’è una leggenda: Adolf Angst comprò tutte le proprietà intorno per avere un parco di 35.000 metri quadrati con alberi e palme.

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Ma c’era una vecchia signora che non voleva vendere al ricco svizzero la sua casetta col giardino. Stranamente la casa della signora Ghella andò a fuoco, con lei dentro…forse! Perchè il corpo non venne mai ritrovato. 
Da quel giorno si racconta che gli ospiti dell’albergo sentissero spesso strani rumori e che le porte si aprissero e poi sbattessero.

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E ogni mattina dicono che Adolf Angst trovasse ai piedi del suo letto sottili capelli color argento. Insomma, una presenza! L’hotel con la Prima e la seconda Guerra Mondiale entrò in crisi, fu trasformato in ospedale militare. Il proprietario Adolf Angst morì nel 1924.

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L’hotel oggi è in rovina ma dicono che ogni tanto si vedessero figure femminili affacciate alle finestre. E c’è il progetto di ristrutturarlo e farne un residence.

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Di sicuro è un posto spettrale ad oggi: scendi dall’autostrada in mezzo a villette e giardini per l’antica via romana e ti ritrovi sulla sinistra questo grande edificio slabbrato e cadente…l’Hotel Paura! A Bordighera.

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Palawan, l’isola più bella del Mondo

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Palawan per il terzo anno ha ottenuto il titolo da Travel Awards. Si trova nelle Filippine, bisogna volare a Manila e poi proseguire in traghetto verso sud.

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In questo paradiso terrestre hanno girato diverse scene di “The Bourne Legacy”, e di “007 – Il mondo non basta”.

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Probabilmente li avete visti quei paesaggi, per esempio El Nido: un insieme di isolotti corallini con baie nascoste, sulla punta settentrionale dell’isola di Palawan.

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Immaginatevi faraglioni di basalto nero grandi come quelli di Capri coperti di vegetazione tropicale, piantati in un mare color smeraldo, con spiagge bianchissime e alle spalle colline coperte di foreste, dominate dal monte Mantalingajan che raggiunge i 2.085 metri.

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E sotto una di quelle colline scorre il più lungo fiume sotterraneo al mondo navigabile, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

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Palawan venne scoperta da Magellano che vi sbarcò nel 1521 e la chiamò nelle sue carte geografiche Pulaoan. Si trova proprio sulla punta meridionale delle Filippine, al confine con la Malesia. Palawan è rimasta sconosciuta ai turisti e al mondo intero fino a quarant’anni fa! Era abitata da una tribù perduta con cui il primo contatto è stato nel 1978.

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Speriamo che non venga rovinata dal turismo di massa….anzi: io non vi ho detto nulla, neh!

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Navagio

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Zante è un’isola di 40.000 abitanti nel Mar Ionio. Praticamente sulla cartina da Catanzaro guardando dritto verso la Grecia arrivi a Zante. Zante ha una delle più belle spiagge della Grecia e di tutto il Mediterraneo. Si chiama Navagio (Naufragio), è incastonata fra 2 pareti di roccia bianca con davanti una piccola baia dall’acqua cristallina e adagiato sulla sabbia bianca dal 1980 c’è un relitto.

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La storia è da raccontare. Il relitto era la motonave Panayotis partita dalle coste della Turchia con un carico di sigarette di contrabbando. Siamo al 1° ottobre 1980. Per sfuggire alla Guardia Costiera greca e al maltempo in arrivo i contrabbandieri si infilarono nella notte nella piccola insenatura. Ma la mattina seguente si ritrovarono arenati in una secca creata proprio dalla tempesta! Il mare in burrasca aveva portato un banco di sabbia sotto la motonave.

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Con il tempo, la risacca ha continuato ad accumulare sabbia sotto lo scafo creando questa bellissima spiaggia bianchissima che da quasi trent’anni richiama i turisti e che una volta non esisteva. Adesso Navagio a Zante è la spiaggia più fotografata di tutta la Grecia! Ha l’acqua che si colora di azzurro elettrico per via delle grotte sulfuree che contornano la baia.

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Anche il relitto della Panayotis è stato in parte ricoperto dalla sabbia, e per vederla anche dall’alto della scogliera hanno costruito una passerella con terrazza a metà strada fra due paesini.

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La Città Proibita

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#tapasday

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Le tapas sono nate nel sud della Spagna, dove gli osti coprivano con un piattino le brocche di vino per proteggerle dai moscerini; tapar è il verbo. Ma per richiamare l’attenzione dei clienti, nei piattini che tappavano le brocche mettevano olive, pezzi di formaggio o di prosciutto e avanzi di frittata, per dire: se compri da bere ti do qualcosa da mangiare. Ed è così che le tapas sono diventate un modo economico per mangiare qualcosina, oltre che bere.

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Poi il rito del tapear si è diffuso in tutta la Spagna: ogni regione ha le proprie tapas, preparate in base agli ingredienti locali e accompagnate dal proprio vino d’origine. Oggi, in Spagna, le tapas si consumano in piedi, alla barra, al bancone, chiacchierando con gli amici e spostandosi di locale in locale per gustarne sempre diverse.

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Io a Barcellona sono andato in un posticino da tapas gourmet nel Raval, invitato dall’amico Enzo e mi sono presentato a mezzogiorno, che era come andare per far colazione! A Barcelona si mangia alle 3 del pomeriggio. E si esce alle cinco de la tarde dopo averle provate tutte. E quindi domani che è La giornata mondiale delle tapas, vi dico che è un’ottima occasione per tapear! Seguite #tapasday e troverete per esempio a Milano oltre una dozzina di locali che fanno tapas speciali e prezzi speciali per celebrare la giornata mondiale delle tapas. Ma anche a Roma, Napoli e Bologna…vamos tapear!

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Weta

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Vi piacciono gli insetti? E allora pensate ad una cavalletta gigante, delle dimensioni di un topo! La trovate in Nuova Zelanda. I Maori le chiamano WETA che significa “dio delle cose brutte”, e in effetti sono ben brutti ‘sti insetti! Sono cavallette grosse come aragoste. Ne esistono 11 specie, le più grandi arrivano a misurare 10 centimetri di lunghezza (zampe escluse), e a pesare fino a 35 grammi.

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In effetti la prima immagine è un fotomontaggio, abbiamo scherzato con il film Predator. Le vere Weta sono così, totalmente innocue: mangiano foglie, non volano, non pungono. Il problema è piuttosto che se le stanno mangiando tutte i roditori che sono arrivati con i colonizzatori 3 secoli fa. Povere Weta, così brutte e così indifese! Perchè sono rimaste uguali per milioni di anni, per questo sono inadeguate di fronte ai predatori come i topi.

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D-Day

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Oggi è l’anniversario del D-Day, 6 giugno 1944, il giorno scelto per lo sbarco in Normandia che ha cambiato le sorti della Seconda Guerra Mondiale. La storia la conoscete forse più attraverso i film come Salvate il soldato Ryan. Lo sbarco sulla spiaggia di Omaha fu documentato da un fotografo passato alla storia: Robert Capa un fotoreporter ungherese che è stato uno dei pochi a fissare sulla pellicola i momenti dello sbarco: in particolare, lui ha documentato con 106 scatti i momenti più drammatici della seconda ondata a Omaha Beach.

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Quel reportage è considerato uno dei migliori servizi di guerra di tutti i tempi e infatti Steven Spielberg si è ispirato alle foto di Capa per realizzare le scene di Salvate il soldato Ryan. Ma quello che non sapevo è che le 106 foto andarono perdute in gran parte a causa dell’errore di un tecnico in camera oscura a Londra, al momento di sviluppare i rullini.

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Si sono salvati solo 11 scatti – i “Magnificent Eleven”, che sono sfocati. Capa in seguito affermò che la sfocatura fu una scelta voluta. Sono stati momenti terribili.

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Io ho incontrato Quinto, un ciabattino di Camiliano, in provincia di Siena. Lui era allo sbarco in Normandia ma con i Tedeschi, lo avevano fatto prigioniero, lui italiano, e costretto seguire le truppe germaniche per aggiustare gli stivali degli ufficiali tedeschi. Era vecchio quando l’ho incontrato, una dozzina di anni fa ma quando raccontava le ore prima dello sbarco mi ha impressionato!

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Sembrava che le rivivesse: raccontava che la terra tremava sotto il bombardamento navale degli alleati…che la terra chiedeva pietà…tutto tremava e le esplosioni erano immense…una paura continua! Brutta cosa la Guerra.

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Drone power

Avete visto i droni piccolini da borsetta, per farsi seguire e farsi i selfie da tutte le angolazioni e altezze? Io continuo a far volare il mio che è un drone serio con telecamera HD in 16/9. E intanto in Portogallo al calcio d’inizio della finale della Coppa di Portogallo, la Taça de Portugal, tra Benfica e Guimaraes, un tipo vestito di nero è arrivato volando in piedi su un drone potentissimo, come su un asse da surf… e ha consegnato il pallone all’arbitro! Poi è uscito dal campo sempre volando a bassa quota. Per la cronaca l’incontro è stato vinto dal Benfica con il punteggio di 2-1

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