Versilia Yachting rendez vous

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La Darsena di Viareggio è come un borgo marinaro, con tutti i suoi abitanti che fanno barche, dagli accessori alle componenti più piccole. Il prodotto finale galleggia in acqua e scintilla sotto il sole che compare a tratti. Attorno alla Darsena si vedono le scritte dei cantieri storici: Benetti, Picchiotti, Perini Navi. Versilia Yachting Rendez Vous è un concentrato di savoir faire italiano. Intervista al nuovo vice-presidente di Perini Navi.

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Vinitaly & Timorasso

Timorasso

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Verona & Vinitaly

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Marrakesh per Pasqua

Destinazione perfetta per un viaggetto facile che sà di avventura, alla portata di tutti.
Majorelle

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FCEM World Committee

La Conferenza Mondiale delle donne d’affari del FCEM si è svolta a Monaco, con una folta partecipazione di imprenditrici da 42 diverse nazioni.

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XII Cortinametraggio – Curling

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Per uno che vive sul Mediterraneo è difficile concepire il ghiaccio come qualcosa di diverso dai cubetti di un drink. Invece il ghiaccio è associato al divertimento per chi vive in montagna o ad altre latitudini. Ci si pattina sopra, si gioca a hockey e si fa il curling, da curl che significa ricciolo. Sui loch ghiacciati di Scozia ci si divertiva con i sassi, a farli scivolare e bocciare tra di loro. Ed è lì che nasce lo sport oggi popolarissimo in Canada, in Svezia e ovunque ci sia ghiaccio in abbondanza.

Curling

Le partite durano due ore e mezza, con 4 giocatori che hanno a disposizione 2 sassi ciascuno, per 10 tempi. I sassi col manico assomigliano a pentole a pressione ma vi assicuro che pesano 20 kg e della pentola ricordano solo lontanamente la forma. Il principio è quello delle bocce: ci si lancia spingendosi da una staffa fissata sul ghiaccio e si accompagna il sasso imprimendogli la giusta direzione e l’effetto “ricciolo”.

Valeria

Valeria

Il sasso sarà aiutato nella sua traiettoria dagli altri componenti della squadra che spazzano la brina al suo passaggio per farlo andare più lontano. Deve entrare nel cerchio rosso dal diametro di 3 metri…e avvicinarsi al “boccino” rappresentato da un cerchio blu di 100 cm. Tutto questo si impara allo Stadio Olimpico del ghiaccio di Cortina grazie a Alessandro Zisa, allenatore ed iniziatore al curling per turisti curiosi e in cerca di avventura. Perchè stare sul ghiaccio per chi non è abituato alle superfici scivolose è rischioso quanto un volo in deltaplano!

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Per impratichirsi si usano due sassi, poi si passa alla scopetta sotto l’ascella per mantenere l’equilibrio nel tiro. Devo ringraziare Valeria ed Elisa della squadra Juniores del Cortina Curling per l’aiuto nei primi momenti di imbranataggine acuta. Se vincono le selezioni andranno a fare i campionati del mondo in Finlandia insieme a Ilaria e Stefania, la skip che ha cominciato per caso invitata da un amica per coprire in buco in squadra. Skip è il capo, quello che sta vicino al cerchio d’arrivo e decide le strategie di lancio, comunicando a chi deve lanciare il sasso attraverso segni convenzionati. Alessandro è il loro allenatore e propone come pacchetto intrattenimento la curling experience.

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La squadra di punta di Cortina di curling è tra i 25 e i 35 anni… Alessandro ne ha 52 anni e ne dimostra 40. In Canada il curling è lo sport nazionale, i giocatori guadagnano come calciatori da noi. Tra sponsor e pubblicità sono ricoperti di soldi. In Canada un milione e mezzo di persone giocano. Fortissimi anche gli svedesi.

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Allora ricapitolando: il difficile del curling è mantenere l’equilibrio con una scopetta e la mano sul sasso .. si chiama sasso…non pentola a pressione! Bisogna partire prendendo lo slancio su una staffa, come il blocco starter per i 100 metri. Ci si spinge dirigendosi con il giusto abbrivio e poi si lascia il sasso, sganciandolo prima delle linea. Sembra facile ma non lo è. Ci vuole tecnica e stile nell’inarcarsi al momento della spinta. Io ho fatto 5 tentativi per riuscire a piazzare un punto, mettendo il mio sasso nel cerchio rosso. Grande soddisfazione per uno che il ghiaccio lo preferisce nel bicchiere.

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XII Cortinametraggio – Hockey

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mercoledì.
Passeggiata con ombrello ma niente pioggia. Trovo gente simpatica che mi accompagna al Lago di Misurina.
Torno in hotel, piacevole chiacchierata con Stefano De Felici regista del corto Ferruccio.
Aperitivo da Suite, scopro l’Hugo, prosecco e sciroppo di sambuco con foglie di menta, l’antispritz!

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Al cinema Eden Roberto Salvini intervista gli ospiti su “Coltura&Cultura”
Ma l’evento della serata di mercoledì a Cortina è la partita di hockey dei playoffs.
Il Cortina gioca nel Campionato della Alps League, 16 squadre tra italiane, austriache e slovene. Grazie a Mosì di Radio Cortina che mi ha fatto avere un accredito stampa al Palaghiaccio Olimpico entro alla clubhouse e da lì mi vedo la partita.

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Purtroppo appena arrivato io la squadra avversaria si scatena e infila tre goal al Cortina. Sono i temibili Rittner Renon. Spendo il nome di Maddalena Mayneri incontro Sandro Moser, ex presidente del Cortina, una squadra nata nel 1924, con 17 scudetti sulla maglia. La juventus dell’hockey italiano. Hanno 4 giocatori canadesi, i più ricercati insieme ai russi e agli svedesi, le nazioni top dell’hockey.

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Un professionista guadagna bene ma siamo lontani anni luce dagli stipendi del calcio. I bravi giocatori cortinesi hanno tutti un lavoro e poi giocano a hockey….guadagnano meno di un giocatore di calcio di serie C.
Nella club house ad ogni intervallo si può bere e mangiare qualcosa. Si affolla per un quarto d’ora e poi tutti tornano sugli spalti. Il main sponsor è Hafro di Carlo Geromin, un ragazzo elegante che si siede accanto a me a guardare la partita.

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Sento i commenti intorno: “hanno perso troppi dischi” e come DJ mi soprendo a pensare come suoni strana quella frase! Il disco si chiama puk e sembra un proiettile micidiale quando viene sparato con un colpo ben assestato. Per dare la carica il pubblico pesta i piedi ritmicamente sulle gradinate metalliche. Gli altri tifosi sono non più di una ventina ma hanno un bandierone che sventolano ad ogni punto segnato, e un grande tamburo e fanno fracasso.
I ragazzi in campo non riescono a recuperare.

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Sandro dice che gli altri hanno giocatori più tecnici, bisognerebbe giocare più di forza contro di loro. Il gioco è velocissimo, capovolgimenti di fronte nel giro di pochi secondi, i colori delle divise schizzano sul bianco del ghiaccio, bianco-blue per Cortina, rosso per Rittner Baum. Mi entusiasmo in fretta e mi scopo ad urlare er una parata o per un fallaccio. Il risultato finale sarà 5 a 2 per il Rittner, la mia prima sconfitta ad hockey. Perchè questa è stata la mia prima partita e ho eletto subito il Cortina squadra del mio cuore.

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XII Cortinametraggio

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Con la conferenza stampa e il taglio della torta si è aperto Cortinametraggio 2017.
Sono arrivato 48 ore fa e mi sembra di essere qui da sempre! E’ l’effetto piacevole dell’incontrare subito i personaggi giusti come Anna e Marcello, presentatimi da Maddalena Mayneri che sa essere splendida padrona di casa. Del ritrovarsi nei luoghi e nei tempi giusti.

arrivo a Cortina

Neanche il tempo di arrivare e sono coinvolto in una tavolata al Nero di Seppia, ristorante di pesce in mezzo alle montagne. Qualità eccellente del baccalà mantecato alla veneta. I miei primi canederli sono al Posticino, il ristorante dell’Hotel de la Poste. Grandiosi quelli allo speak, ottimi quelli agli spinaci e formaggio.

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Ma la vera epifania gastonomica cortinese per me sono i casunziei, ravioli a forma di mezzaluna ripieni di barbabietola, con dadolata di patate e cosparsi di semi di papavero, assaggiati al Grand Hotel Savoia. Ma parliamo di cinema non solo di assaggi.

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Arrivo contemporaneamente a Maria Grazia Cucinotta e con lei dividiamo il microfono per l’intervista a Radio Cortina di Mosi. Maria Grazia propone un selfie da mandare a Ezio Greggio. Ci ha pensato lei a scattare e inviare.

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Stamattina a naso trovo il cammino dimesso dalla vecchia ferrovia dolomitica, trasformato in pista ciclabile e mi faccio una bella camminata. Poi con le fila di Cortinametraggio ormai ingrossate da Lillo e signora e da Michela Andreozzi e Massimiliano Vado, si va al mercato. Quello di Cortina non è un mercato come gli altri: ci vanno le siure di città a caccia dell’affare. Sulle bancarelle, su alcune almeno, si possono trovare capi di cashmere scontati e pezzi firmati saldati dagli stockisti.
Life can be good, life in Cortina (cit. Japan)

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Boom! Si vola a Mach 2.2

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Viaggiare da Londra a Sidney in 7 ore? E fare Milano-New York in 180 minuti? Si può solo se si viaggia a velocità supersonica! Dopo la tragedia del Concorde e lo stop a quel genere di velivoli si ritorna a parlare di aerei supersonici per soli 50 passeggeri in business.

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Dal 2020 potrebbe essere operativo «Boom» (lo hanno chiamato così, io avrei preferito “Bang”, boom sa di esplosione in volo, bang di passaggio del muro del suono ) è un jet lungo 52 metri, apertura alare di 18 e una velocità massima di 2.2 Mach, cioè 2.716 chilometri orari, oltre il doppio della velocità del suono. Ma quanto costerebbe viaggiare così veloci? Lo stesso prezzo di un biglietto in Business class oggi, cioè 5000 euro andata e ritorno per la tratta Milano–New York, arrivando però in 180 minuti.

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Il prezzo di un Boom-jet sarà attorno ai 187 milioni di euro. Tenete presente che un Boeing 787 il dreamliner lungo raggio, costa in media 250 milioni. Virgin Group, la compagnia aerea di Richard Branson, ha opzionato 10 pezzi, un’altra compagnia aerea europea ne vuole 15. I produttori di Boom pensano di venderne oltre 1300, che è un numero enorme! Tanto per fare un esempio di Boeing787 ce ne sono 450 in giro fino a questo momento e hanno avuto 800 commesse in totale.

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Comunque per il ritorno ai supersonici per passeggeri, bisognerà aspettare il 2020 perchè bisogna fare la trafila dei test per l’approvazione del modello. Cominceranno entro la fine di quest’anno al Centennial Airport, in Colorado, con il XB-1, il prototipo biposto, che inizierà a effettuare i voli di prova. Se va tutto bene nel 2020 il “Boom” entrerà in servizio.

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Qualche mese fa hanno girato una pubblicità qui a Monte Carlo. Ne girano tantema quella era particolare! Avevano bloccato le strade di notte, praticamente metà delle strade del principato, qui sul porto e su alla piazza del Casinò. Hanno girato una pubblicità con una attrice americana. Era Margot Robbie, che abbiamo visto nella serie TV Pan Am: lei era l’hostess più dolce, quella sprovveduta. E poi la stessa attrice ha fatto la parte di un personaggino diventato cult in Suicide Squad, la biondina con i codini, in minigonna e con la mazza da baseball. Qui a Montecarlo Margot è salita su una auto elettrica a 3 posti, la BladeGlider, una vetturetta 100% elettrica e ha girato sulle strade del circuito di Formula 1, vedrete la pubblicità presto in Tv. Eccola in corsa!

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